Due chiacchiere in chat e... magari è stata uccisa per una giusta ragione

Ieri facendo due chiacchiere in chat con TatiM viene fuori che “la ragazza di cui mi hai inviato il video sembra una drogata” e “magari è stata uccisa per una giusta ragione” …. Apparte l’affermazione terrificante, ma questo fa capire come i regimi non sono il frutto di gente che contro la volontà popolare instaurano un governo autoritario, ma piuttosto il risultato paradossale del volere del popolo. Questo tipo di discorsi li ho sentiti fare anche da gente italiana che accarezzavano l’idea di un governo autoritario. Cioè il concetto che certe persone che stanno in alto possono avere la libertà di uccidere qualcuno per motivi “ragionevoli” che il morto non può certo mettere in dubbio. La storia “vera” la raccontano sempre gli assassini, dato che i morti non possono più raccontare nulla. Gli assassini hanno sempre una giusta ragione. Anche i mafiosi di solito hanno giuste ragioni per fare le stragi.

La pedagogia dell’omicidio

Che cosa ci insegna la morte impunita di Imane Fadil ? Ci insegna che chiunque può essere ucciso e i giudici non indagheranno. Il messaggio è un messaggio di tipo mafioso anche coadiuvato dal “lassismo” dei giudici ed il messaggio dice “se parli ti facciamo fuori e nessuno scoprirà la verità, nessuno indagherà, ti negheremo anche la verità che gli altri sappiano che sei stato ucciso”. Il delitto perfetto coincide con Il martirio perfetto. Ti verrà negata anche la compassione del popolo. E il tocco dell’“artista”, tutto questo con le nostre tasse.

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